Uno dei problemi più importanti che da sempre riguardano l’uso del cellulare è il rischio di veder compromessa la nostra privacy

È una questione di cui si dibatte da anni, di fatto da quando il cellulare si è diffuso a macchia d’olio diventando uno strumento imprescindibile per milioni di persone in tutto il mondo. Il telefono portatile comporta da sempre un rischio che nessuno deve sottovalutare.

Parliamo della possibile violazione della privacy, una costante minaccia sempre molto concreta che aleggia da sempre sulle nostre teste. Anche perché c’è qualcuno che non ha la minima intenzione di rispettare la vita privata dei singoli utenti.

Uno dei colossi nordamericani del settore dei media e della pubblicità, “Cox Media Group”, partner pubblicitario di Facebook, ha infatti dato vita a un particolare e inedito sistema di cosiddetto ‘ascolto attivo‘ grazie al decisivo supporto dell’intelligenza artificiale.

Ed è proprio grazie all’intelligenza artificiale che Cox presenta inserzioni pubblicitarie di servizi e prodotti pronunciati direttamente dagli utenti nel corso di una conversazione ascoltata attraverso il succitato sistema.

Cellulare, ormai ci spaino in continuazione: ecco come funziona

Nel corso della presentazione di questo nuovo ed evidentemente ben poco corretto sistema di ascolto, i manager del Cox Media Group hanno illustrato il sistema in questione denominato proprio “Active Listening“.

Un meccanismo diabolico con il quale raccogliere informazioni in tempo reale utilizzando i microfoni dello smartphone per ascoltare le conversazioni delle persone. Le informazioni raccolte vengono poi associate ad altri dettagli in modo tale da indirizzare gli annunci pubblicitari rivolti ai consumatori.

Iphone
La privacy viene violata (Pixabay) – Ilcorrierino.com

Cellulare, questo è uno scandalo: il segreto industriale blocca tutto

Questa vicenda ha scatenato un’enorme ondata di polemiche, com’è giusto che sia. Il sistema utilizzato da CMG suscita non poche perplessità in merito al mancato rispetto della privacy degli utenti emette in risalto altresì la mancanza di trasparenza da parte del gruppo statunitense.

Nonostante i responsabili della società abbiano ammesso candidamente l’esistenza di questo programma di “ascolto attivo“, gli stessi non hanno poi fornito alcun tipo di dettaglio specifico sul modo in cui vengano acquisite le informazioni vocali pronunciate dagli utenti. Insomma, si tratta dell’ennesimo caso di mancato rispetto della privacy di cui prima o poi sarà chiamato ad occuparsi il garante della privacy. Intanto le polemiche e gli attacchi rivolti a Cox Media Group non si placano.