Caffè: quando evitarlo (pexels.com) - ilcorrierino.com
Caffè: quando evitarlo (pexels.com) – ilcorrierino.com

Dopo una certa soglia anagrafica sarebbe meglio eliminarlo: il piacere del caffè potenzialmente pericoloso.

Il caffè è una delle bevande più popolari nel mondo e presenta una serie di proprietà benefiche per l’organismo da non sottovalutare, eppure ha anche una serie di svantaggi che si acuiscono dopo una certa età in chi lo assume.

In Italia la tradizione del caffè è longeva e ricca di riti, ad esempio quasi solamente nel nostro paese c’è l’abitudine di prendere il caffè al bancone, mentre altrove nel mondo si intende come una bevanda da consumarsi al tavolo, per non parlare della buona pratica del caffè sospeso.

Ovviamente il caffè non nasce in Italia, ma nel nostro Paese, nonostante il suo arrivo relativamente recente, si è fuso immediatamente con la tradizione culinaria e non solo.

Secondo alcuni studi, però, questa fantastica bevanda sarebbe dannosa per persone che superano una certa età: ecco quali sono le dosi consigliate dopo il 60 anni e quali danni potrebbe arrecare all’organismo.

Caffè, dopo i 60 ridurre le dosi è garanzia di maggiore salute

Il caffè è sconsigliato anche per i bambini oltre che per le persone che hanno superato i 60 ed è noto come per alcune patologie la sua assunzione sia fortemente sconsigliata come ad esempio per chi soffre di irritazione allo stomaco cronica o reflusso gastroesofageo.

A parlare nello specifico dell’interazione tra l’assunzione del caffè e le capacità cognitive negli individui sopra i 60 anni è stato il dottor Kelsey R. Sewell in occasione della Conferenza internazionale dell’Alzheimer’s Association. Nello specifico è stata messa in relazione una alta assunzione di caffè con la perdita delle abilità cognitive dei soggetti esaminati.

Il caffè dopo i 60 (pexels.com) - ilcorrierino.com
Il caffè dopo i 60 (pexels.com) – ilcorrierino.com

I risultati degli studi condotti

I soggetti scelti per lo studio sono ben 8.451, cittadini britannici dai 60 anni in su, che hanno consentito il prelievo dei loro dati provenienti dalla Biobanca. Il 60% del campione erano donne e il 100% dei soggetti aveva abilità cognitive compromesse.

I risultati dello studio osservativo hanno determinato che la flessibilità cognitiva di chi non consuma caffè o lo consuma in modo moderato si è ridotta in media dell’8,83% in meno rispetto agli altri. Il medesimo studio è stato condotto sui consumatori di tè, mostrando però risultati del tutto opposti: chi non aveva mai consumato tè presentava abilità cognitive peggiori rispetto ai consumatori abituali di teina. Per quanto riguarda il caffè, come in quasi tutti gli ambiti, eccedere non è salutare, mentre se ne incoraggia un consumo moderato.