La sospensione delle pensioni – ilcorrierino.comUn caso di Foggia ha posto l’attenzione su una problematica non indifferente: la sospensione delle pensioni a causa di morti presunte.Le pensioni sono da sempre un tema caldo in Italia. L’accesso ad esse è sempre più complesso, così come gli importi non sembrano essere adeguati allo stile di vita odierno. Il sistema pensionistico è basato sull’aspettativa di vita e sui contributi che vengono versati dallo stesso richiedente; tuttavia, nonostante un leggero rialzo, milioni di anziani faticano ancora ad arrivare a fine mese e, in alcuni rari casi, potrebbero vedersi tagliato nettamente l’importo.Il problema, in quest’ultimo caso, sembra essere dovuto dall’Iter burocratico dell’INPS. Può capitare che la procedura per richiedere il pensionamento sia più lunga del previsto; questo si per le pensioni personali che per quelle di reversibilità. Tuttavia, quando questi problemi sembrano essere ormai risolti da tempo per il pensionato, può succedere che a questo gli venga decurtata totalmente la pensione. Il motivo? Il soggetto in questione viene dichiarato come deceduto da parte dell’INPS. Per quanto possa sembrare una follia, il recente caso di Nando ne è la prova concreta.Il pensionato che risulta deceduto: l’INPS non versa più la pensioneA raccontare questo fatto inusuale è stato Nando, un residente foggiano di 66 anni, che di punto in bianco non si è più visto erogare la pensione. Il problema? È stato erroneamente dichiarato morto nel portale dell’ente previdenziale a partire dal 1 dicembre 2023, nonostante sia perfettamente vivo e vegeto.L’INPS ha contattato il suo indirizzo per chiedere la restituzione delle pensioni erogate nei primi due mesi del 2024, presumendo che fossero state pagate indebitamente a una persona defunta. Dopo che l’uomo è stato informato dell’errore, ha contattato nuovamente l’INPS per chiedere chiarimenti. Tuttavia, l’Istituto “ha dichiarato di aver risolto l’equivoco” e che dunque, Nando non è tenuto a risarcire le somme erogate a gennaio/febbraio. Ma, a causa della mancata restituzione di queste somme, il pensionato non ha ricevuto il suo assegno di marzo, poiché bloccato dall’ente. L’errore dell’INPS – ilcorrierino.comI problemi economici del pensionato“Nel database dei pagamenti – ha dichiarato Nando ai microfoni di ANSA – risulta disposto anche lo sblocco degli emolumenti di marzo, che dovevano essere pagati il primo giorno del mese. Ho comunicato all’istituto di credito presso cui ho spostato il mio conto che avevo risolto e che di lì a poco avrebbero accreditato la pensione”. Cosa che purtroppo non è avvenuta nei tempi immediati.Questa situazione ha creato non pochi problemi finanziari al pensionato, che si è trovato in difficoltà economica per via dell’errore dell’INPS. Non solo non ha ricevuto la pensione di marzo, ma anche la reversibilità della pensione della moglie, deceduta lo scorso novembre è stata bloccata per lo stesso motivo.Per risolvere questa situazione il prima possibile, il pensionato ha deciso di rivolgersi a un avvocato che ha inviato una lettera di messa in mora all’INPS per il risarcimento dei danni subiti. Ad oggi la situazione dovrebbe essersi sbloccata per Nando, ma questa storia mette in evidenza come errori come questi siano reali e per questo meritano una certa attenzione. Navigazione articoliSorpresa per gli Italiani, bonus pagato in autonomia: 1300€ sui conti di chi può averlo | Controlla il tuo conto corrente Concorso pubblico, posti di lavoro d’oro zecchino: ti danno 100.000€ all’anno | Possono provarci tutti