Multa Polizia Municipale
Sanzioni e possibili implicazioni – ilcorrierino.com

Alcuni atteggiamenti possono fare più male di un’infrazione: l’azione spontanea che porta la multa a raddoppiare.

Ammettiamolo, prendere una multa non fa piacere a nessuno e, volente o nolente, smuove nella mente dell’automobilista un senso di frustrazione. Tuttavia, il Codice della Strada raramente ammette eccezioni e quando si ha a che fare con un vigile pronto a sanzionare il conducente, poco c’è da fare, se non provare a contestare.

La contestazione però, deve essere diplomatica e posta in maniera educata al fine di non incorrere a reati come oltraggio a pubblico ufficiale. Se trovassimo, dunque, un vigile pignolo, potrebbe non lasciar passare alcuni termini offensivi, seppur usciti in un momento di rabbia e apparente ‘ingiustizia’. Questa situazione è nota a molti, ma in realtà basta il buon senso e un po’ di educazione civile per capirla. Tuttavia, è bene sapere che l’insulto, inteso come aggressione verbale ad un’altra persona, non è l’unica cosa da evitare quando ci si imbatte di fronte ad una multa.

Quando una frase alla guida può costarti caro

L’Italia è un paese laico, ma con una forte radice cattolica che non può essere ignorata. Secondo un sondaggio di qualche anno fa, almeno il 66,7% della popolazione si professa cattolica. Questo ha delle conseguenze anche a livello legislativo, dove certe espressioni blasfeme non passano inosservate. Infatti, l’Articolo 724 del Codice Penale parla chiaro: “Qualsiasi bestemmia ed ingiuria alla divinità sarà punita con una multa”. Perché vi diciamo questo? Perché ci sono stati episodi di automobilisti che hanno reagito con una bestemmia alla sanzione, ritrovandosi subito un’altra multa sul parabrezza della macchina. Un caso lampante è quello di un camionista genovese.

Automobilista arrabbiato
Bestemmia alla guida: le conseguenze – ilcorrierino.com

Il caso del genovese indignato

una mattina qualunque nel cuore di Genova, in Piazza Soziglia, un camionista reduce da una lunga nottata di consegne, accosta il suo mezzo per una breve sosta. Sa di essere in torto, ma crede di poterla fare franca: giusto il tempo di scaricare la merce e ripartire, senza destare troppa attenzione. Ma in una città come Genova, dove l’occhio vigile della legge è sempre attento, la fortuna non sempre è dalla parte degli audaci.

Il camionista si trova improvvisamente di fronte a un agente, pronto a redigere una sanzione per sosta non autorizzata. Il nervosismo è palpabile. Per chi lavora su strada, ogni minuto conta, e quella multa di 50 euro sembra l’ennesima ingiustizia in una giornata già complicata. Inizia così una discussione accesa, ma apparentemente innocua. Il camionista cerca di spiegarsi, di giustificare la sua breve infrazione, ma il vigile, inflessibile, non cede. Fin qui, nulla di troppo fuori dall’ordinario. Ma è proprio in questo momento che la tensione supera il limite.

In un impeto di frustrazione, l’autista lascia sfuggire una bestemmia, pensando forse di sfogare la rabbia senza conseguenze. Un errore fatale. L’agente, consapevole delle norme che regolano il decoro pubblico, non può fare a meno di intervenire nuovamente. La prima multa, quella per il parcheggio irregolare, si trasforma in un problema ben più grave: al camionista viene notificata una seconda sanzione, questa volta di 204 euro, per aver offeso la divinità, un reato che in Italia, Paese a maggioranza cattolica, è punito severamente.

Che dire, un momento di rabbia che è costato caro all’uomo ma che ci ricorda quanto una semplice banalità, talvolta, può trasformarsi in qualcosa di più consistente. Calma e sangue freddo vincono sempre.