Riconoscere un errore, soprattutto quando si tratta di una scommessa tecnologica e ambientale, è sempre arduo.
Nel settore dei veicoli elettrici, i segnali di difficoltà sono ormai inconfutabili, anche se in molti hanno scelto di ignorarli. È naturale che chi ha puntato tutto su questa tecnologia possa sentirsi riluttante ad ammettere una sconfitta, ma, arrivati a questo punto, è essenziale farlo con dignità.
E qui una premessa è d’obblico: nessun dito puntato, quanto è vero che il settore BEV rapprese un’opportunità per ridurre le emissioni tossiche e combattere l’aumento dei costi della benzina. Tuttavia, è altrettanto chiaro che la corsa verso l’elettrico ha evidenziato lacune e problemi che non erano stati previsti. I dati e le esperienze degli automobilisti parlano chiaro: qualcosa non ha funzionato come sperato. I risultati attuali, spesso mascherati da ottimismo, non sono passati inosservati.
Il settore dei veicoli elettrici si è lanciato in una corsa frenetica, forse senza prepararsi adeguatamente alle sfide. Pensavamo che agire con urgenza fosse la soluzione, ma forse sarebbe stato meglio prendere tempo, riflettere e pianificare con maggiore attenzione. Un’analisi più approfondita della tecnologia e delle sue implicazioni, forse, a lungo termine avrebbe potuto evitare molti dei problemi attuali.
Ma adesso, una volta avviato il processo di elettrificazione, è difficile fare marcia indietro, soprattutto a causa degli investimenti già effettuati e degli interessi politici che hanno supportato questa scelta. Tuttavia, ci siamo trovati a fronteggiare nuovi problemi: autonomia limitata, costi elevati delle batterie, difficoltà nella riduzione dei tempi di ricarica, inquinamento ambientale e sfruttamento delle terre rare. Ognuno di questi problemi rappresenta una sfida significativa, con un impatto sull’economia del settore che sta lanciando segnali evidenti.
Il settore automobilistico sta ora affrontando un improvviso dietrofront. Con il divieto imposto dalla Commissione europea di produrre auto con motori termici a partire dal 2035, i grandi produttori stanno rivedendo le loro strategie. Questa decisione, sebbene coraggiosa, sta creando difficoltà, costringendo le case automobilistiche a rallentare e adattare le loro produzioni.
Volkswagen ha già ridotto temporaneamente la produzione di auto elettriche, con una domanda inferiore del 30% rispetto alle aspettative. Renault, attraverso il CEO Luca de Meo, ha chiesto un rinvio del divieto di vendita di auto a benzina al 2040, citando i costi elevati delle auto elettriche. E ancora Ford, che ha annunciato un rallentamento nella produzione, poiché i clienti esitano a passare all’elettrico a causa dei costi più alti rispetto ai benefici ambientali.
Sembra che, al momento, i consumatori siano più preoccupati dai costi piuttosto che dagli aspetti ambientali quando scelgono un’auto. Se questa mentalità non cambia, potremmo trovarci di fronte a un serio problema di accettazione sociale delle auto elettriche. In attesaa di una soluzione a questo problema, le aziende ridurranno la sovrapproduzione, consentendo così ai capitali investiti di essere utilizzati in modo più efficiente.