Ispettorato del lavoro
Uomo che sottopone l’azienda al controllo del lavoro (Canva) Ilcorrierino.com

Sul lavoro non si scherza: tutti costretti a mettersi in regola, altrimenti la multa da pagare è davvero salata, scopri il perché.

Da sempre, la legge italiana cerca di tutelare, il più possibile, i lavoratori. Sono molte le persone costrette a sottostare a contratti poco gratificanti, pur di portarsi un pezzo di pane a casa.

Ebbene, il Governo non è più intenzionato a transigere su coloro che non sono in regola. Da oggi in poi, oltre 43 mila euro di multa sul lavoro per tutti quelli che non rispettano tali condizioni.

Vieni a scoprire subito di cosa si tratta, così da non rischiare. Il nuovo decreto legge parla chiaro, quindi non farti trovare impreparato.

Maxisanzione per chi non rispetta le regole

Il PNRR bis, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, si occupa di mettere le cose in chiaro tra i lavoratori e i titolari. Si rischia di andare incontro ad alcune maxisanzioni che potrebbero mettere KO l’azienda. Tutti sono a rischio, nessuno escluso. Ovviamente, i provvedimenti saranno presi in considerazione solo in seguito a tutti i controlli opportuni.

Non ci resta, dunque, che scoprire a chi si applicheranno queste multe salate e a quanto ammontano, nello specifico, le maxisanzioni. Inoltre, sappi che c’è anche la possibilità di diffida, ma solamente in queste tre situazioni, nello specifico. Scopriamone di più insieme.

Uomo vestito elegante alle prese con una comunicazione
Uomo in giacca e cravatta che legge una comunicazione con espressione dubbiosa (Canva) Ilcorrierino.com

Aspro regolamento: tutto quello che c’è da sapere

Le multe terrificanti di cui ti stiamo parlando riguardano i datori privati, gli enti pubblici economici, ma anche le persone fisiche che utilizzano i lavoratori impiegati con Libretto di famiglia per prestazioni diverse da quelle che sono consentite dall’articolo 54-bis del Dl 50/2017. Chiaramente, stiamo parlando del lavoro irregolare e di tutti quei lavoratori che vengono tenuti a nero, togliendo loro ciò gli spetterebbe. Per il datore che occupa personale in nero, dunque, le sanzioni variano a seconda della gravità dei fatti. Si parte da un minimo di 1.950 fino a 11.700 euro per ciascun lavoratore irregolare, nel caso in cui il lavoratore sia impiegato fino a 30 giorni di effettivo lavoro. La sanzione si inasprisce ed arriva fino a un massimo di 23.400 euro, se parliamo dell’impiego del lavoratore da 31 sino a 60 giorni di effettivo lavoro. Per non parlare, poi, se l’impiego del lavoratore supera i 60 giorni di effettivo lavoro. In tal caso, la multa arriva a toccare i 46.800 euro.

Cifre che farebbero tremare qualsiasi datore di lavoro, che è costretto a fare i conti con questi rigidi controlli, che hanno lo scopo di tutelare i cittadini e, dunque, i lavoratori. Ma, non finisce qui, perché potrebbero esserci anche delle maggiorazioni del 20%, che andranno ad applicarsi nel caso di recidiva, per le stesse irregolarità nei tre anni precedenti, ma anche in caso di utilizzo di forza lavoro costituita da extracomunitari, privi di permesso di soggiorno. La maggiorazione si applica anche se il lavoratore non ha compiuto i sedici anni o se percepisce reddito di cittadinanza. Inoltre, la maxisanzione si applica anche in presenza di retribuzione in contante e non attraverso pagamento tracciabile.