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Pagamenti col pos, ecco la domanda che fanno a tutti per fregarvi: non accettare mai | Paghi 2 volte e non te ne accorgi

Pos (depositphotos) - ilcorrierino.com
Pos (depositphotos) – ilcorrierino.com

Una nuova moda utilizzata per sfilare soldi a quanti saldano il conto con pagamento elettronico: meglio fare attenzione.

Negli ultimi anni il sistema di pagamenti ha subito profonde trasformazioni a livello globale per via dell’applicazione delle nuove tecnologie alle modalità di pagamento.

I contanti, infatti, sono sempre meno utilizzati,. in favore, invece, del pagamento elettronico tramite carta di credito, debito, bancomat, oppure bonifico bancario, che è possibile eseguire comodamente da casa propria grazie all’istituzione delle piattaforme di online banking, che permettono di gestire il proprio denaro online con pochi click.

Non tutti, però, sono contenti di questa rivoluzione digitale in ambito pagamenti, e alcuni esercizi tendono a preferire ancora i contanti.

Alcuni, nello specifico, tentano piccole truffe nei confronti dei clienti mettendo in atto delle procedure che sono illegali, introducendo un sovrapprezzo quando costretti a consentire il pagamento elettronico: ecco come evitarlo.

Una truffa in piena regola

Il tutto è partito da un semplice scontrino che grazie ai social è diventato subito virale: lo scontrino in questione è stato emesso da un bar nella città di Venezia e mostra una voce che non dovrebbe essere presente per legge.

La voce in questione andava a indicare il pagamento di un supplemento di un euro per “servizio pagamento bancomat”: tutti gli utenti sono giustamente insorti immediatamente contro questa pratica, che, se non si è attenti, si potrebbe subire davvero ovunque.

Pagamento pos (depositphotos) - ilcorrierino.com
Pagamento pos (depositphotos) – ilcorrierino.com

Lo scontrino galeotto

Lo scontrino virale è stato analizzato da vari punti di vista: è stato notato, come primo aspetto, l’importo della consumazione, di soli 3,70 euro, e il corrispondente supplemento – illegale – che costituisce, quindi, di fatto, un rincaro del 27% sulla spesa effettiva del consumatore. La cliente che ha pagato il suddetto supplemento ha chiesto spiegazioni al personale, successivamente ha domandato di essere rimborsata, e al diniego da parte dell’esercente ha contattato la polizia locale.

Per la direttiva europea, nello specifico per l’applicazione dell’articolo 62 del Codice del Consumo e la PSD2, la richiesta di un supplemento per il pagamento elettronico è vietata e quindi costituisce un illecito. In questo episodio in particolare, la polizia locale ha contattato l’autorità garante per la concorrenza e il mercato, che ha confermato la ragione della cliente. Meglio leggere sempre gli scontrini così da evitare quelli che sono, di fatto, dei piccoli furti.