Il taglio dell’assegno pensionistico – ilcorrierino.comIl sistema pensionistico italiano è stato varato in modo e maniera da tamponare la crisi: il caso dei 143 euro di assegno.Le pensioni, da sempre, rappresentano un pilastro importante dell’economia italiana, poiché consentono a chi esce dal mondo del lavoro di ottenere un reddito necessario per la sopravvivenza. Questo importo, per giunta, non è regalato. Esso viene pagato precedentemente dai contributi versati dallo stesso lavoratore.Nel corso degli anni abbiamo assistito a diverse riduzioni degli assegni pensionistici per varie condizioni. In primo luogo, i requisiti pensionistici sono dettati da diversi anni dalla prospettiva di vita; questa, insieme al calo delle nascite, non ha fatto altro che incidere sul numero di lavoratori attivi. Da qui sempre più persone hanno dovuto lavorare fino ad un’età maggiore e i requisiti per accedere alla pensione si sono fatti decisamente più ristretti.Il malcontento generale ha portato il Governo all’introduzione di riforme che garantiscano più soddisfazione tra i cittadini e un buon andamento del sistema economico italiano. Tuttavia, è stata un’arma a doppio taglio: queste riforme, oltre ad alterare le modalità di calcolo dell’età pensionabile, hanno portato a dei veri e propri tagli sulle pensioni per chi non soddisfa determinati requisiti.I tagli sulle pensioni nel corso degli anniSe dovessimo fare un sunto su ciò che è accaduto in questi anni, o quanto meno dare una spiegazione concreta, potremmo dire che le crisi economiche del passato, in particolare quella del 2008 e quella dell’eurozona, hanno lasciato un’impronta indelebile sul sistema pensionistico italiano.La diminuzione del prodotto interno lordo e l’aumento della disoccupazione hanno comportato una significativa riduzione delle entrate fiscali dello Stato, mettendo sotto pressione il sistema pensionistico. Tuttavia, si tratta di un cane che si morde la coda: pensioni più basse non fanno altro che portare anche a una diminuzione del potere d’acquisto, rendendo ancor più difficile far fronte alle spese quotidiane.A rimetterci, dunque, sembrano essere sempre i pensionati, ma anche l’intero sistema che non permette alle famiglie di vivere in maniera dignitosa. Un caso in particolare, infatti, ci mette di fronte a questa realtà che è più variegata di quaanto si possa pensare. Equilibrio tra contributi versati e pensione effettiva: il caso che fa riflettere sul sistema – ilcorrierino.comLa verità sui contributi pensionistici: il caso dell’assegno da 143 euroSono molti i sindacati che hanno contribuito a far notare al Governo come la situazione pensionistica italiana stia letteralmente perdendo controllo. A farci riflettere, stavolta, è un caso particolare, ossia quello di un lavoratore deceduto a soli 35 anni, con 10 anni di contributi e una retribuzione media annua di circa 1.700 euro.Secondo quanto riportato da Money.it, nonostante il suo contributo al sistema previdenziale, la pensione calcolata sarebbe di appena 3110 euro all’anno, di cui il 60% dovrebbe essere destinato alla moglie. Questo si tradurrebbe in una pensione mensile di soli 143 euro per la vedova.Un caso, questo, che lascia molto da riflettere sulla necessità di una distribuzione più equa delle risorse pensionistiche, sia per i pensionati che raggiungono questo traguardo, che per gli stessi familiari. Quest’ultimi, infatti, si potrebbero trovare da un giorno all’altro in stato di povertà. Navigazione articoli350€ al mese senza limite di isee: ecco il nuovo bonus 2024 | Lo possono richiedere tutti e lo prendi tutto l’anno Intesa San Paolo, correntisti in rivolta: bancomat chiusi e serrande abbassate | Non puoi più ritirare i soldi dal conto