Cannabis (pexels.com) – ilcorrierino.comLo ha scoperto un team scientifico: si tratta dell’alto contenuto di cannabinoidi presenti in una pianta insospettabile.La cannabis e la questione dell’illegalità si intrecciano da moltissimi anni, e ultimamente il Governo ha dato un chiaro segnale di essere ben lontano da una possibile legalizzazione.Sappiamo che questa pianta è in grado di dare sollievo a chi soffre di patologie croniche.Sono molte le terapie che la includono, ma continua a essere mal vista dal Governo e non solo.Già lo scorso anno il Ministro Matteo Salvini aveva espresso la sua forte contrarietà rispetto sia alla legalità della cannabis light che, ovviamente, all’uso di quella “normale”. Una scoperta potrebbe cambiare ogni cosa.Le scoperte su una pianta rivoluzionano la concezione di cannabinoideLa cannabis è sempre stata la sola pianta comunemente associata ai cannabinoidi e al loro effetto sul corpo umano. In realtà, i cannabinoidi non sono stati riscontrati unicamente in quel tipo di famiglia di piante, bensì anche altrove, con la differenza che stava nella concentrazione di tale elemento. Ecco perché la scoperta è tanto sorprendente: la pianta oggetto di studio è risultata contenere ben 40 composti della famiglia dei cannabinoidi, molti dei quali sconosciuti fino ad ora.La scienziata Shirley (Paula) Berman, parte del team di ricerca, ha affermato (come riportato su xataka.com): “Abbiamo trovato una nuova importante fonte di cannabinoidi e sviluppato strumenti per la loro produzione sostenuta, che potrebbero aiutare a esplorare il loro enorme potenziale terapeutico“. Ecco qual è la pianta che potrebbe portare a nuovi e miracolosi sviluppi in ambito medico. Analisi piante (pexels.com) – ilcorrierino.comCannabinoidi “ovunque”: ecco dove sono stati trovati in grande quantità, lo dice la scienzaLa piante nella quale sono stati rintracciati i composti ha il nome scientifico Helichrysum umbraculigerum, fa parte della famiglia delle Astaracee ed è originaria del Sud Africa. Il nome comune è ombrello lanoso, per via della forma dei suoi fiori gialli. Oltre a scoprire la presenza dei cannabinoidi in questa pianta, il team di scienziati è riuscito anche a comprendere quale fosse il processo biochimico utilizzato dalla pianta per produrre questi composti: un’informazione da non sottovalutare.Questa novità potrebbe costituire un passo avanti per tutte quelle terapie che prevedono o consigliano l’uso di cannabinoidi. Questi ultimi sono utilizzati per alleviare la sensazione di nausea in pazienti chemioterapici, ad esempio, oppure per le terapie “del dolore”, per trattare ansia o epilessia. Ciononostante, il loro potenziale è ancora enorme secondo gli esperti. Navigazione articoliRaccomandata horror, se hai ricevuto una busta verde non firmare mai | Perdi un fiume di quattrini “Buondì le offriamo il nuovo router WiFi”: non cascare nella truffa anche tu | A migliaia di persone hanno prosciugato i conti così