Posti vuoti (pexels.com) – ilcorrierino.comSalutate la vita come l’avete conosciuta finora: il vuoto caratterizzerà ogni luogo che conoscete, un vero e proprio deserto.Città praticamente vuote: avevamo sperimentato già qualcosa di simile durante la pandemia.In quel caso si era trattato di una assenza forzata di persone per le strade.Anche in questo caso, purtroppo, il vuoto è frutto, in un certo senso, di una costrizione.In effetti, è un corso di una vera e propria fuga, specialmente per quanto riguarda le persone della generazione Z. Ecco cosa sta accadendo.GenZ, insegnaci la vita: il fugone è giustificato eccome, tutto vuoto dopo il loro passaggioA farci aprire gli occhi su questa fuga è stato, tra le altre cose, il rapporto “European Workforce Study 2025” di Great Place to Work che ha portato sul tavolo importanti risultati ottenuto dall’intervista di ben 25mila lavoratori (circa) in 19 paesi europei. I risultati sull’Italia e poche altre nazioni sono stati davvero strabilianti: si parla del cosiddetto allarme “retention”, che vede protagoniste le persone facenti parte della generazione Z.Il risultato più sconvolgente avuto per il nostro Paese è stato quello che ha dimostrato che il 40% dei lavoratori è intenzionato a cambiare lavoro. A essere interessata a cambiare lavoro, di fatto, è soprattutto la fascia di lavoratori compresa tra i 18 e i 24 anni. Si tratta di una volontà che va a diminuire di percentuale al crescere della fascia di età. Ecco cosa significa questo dato dal punto di vista dell’interpretazione. Generazione Z (pexels.com) – ilcorrierino.comIn ufficio non c’è più nemmeno un dipendente: sono tutti altroveLa propensione al cambiamento nel mondo del lavoro è qualcosa di relativamente nuovo nella nostra società. In passato, era molto più comune trovare il proprio posto in giovane età e tenerlo per il resto della propria vita lavorativa. Oggi, invece, la situazione è molto cambiata, e l’espressione di maggiore volontà di cambiamento della Generazione Z ne è una delle conferme. Questo può rappresentare un problema per le aziende, che ogni anno sono tenute a utilizzare grandi somme per coprire i costi di turn over dei dipendenti.“I costi nascosti del turnover sono tra i più difficili da identificare per le aziende”, ha affermato Beniamino Bedusa, Presidente di Great Place to Work Italia, “ma sono proprio quelli che aumentano le inefficienze delle organizzazioni“. La bassa fidelizzazione dei dei giovani dipendenti è un problema: non a caso, si sta tentando di tutto per invogliare le nuove generazioni a valutare positivamente il rimanere in un’azienda. Navigazione articoliPensione, “ci andate già mentre lavorate”: così avete due entrate e intascate una somma bella ghiotta “Chi vive in un condominio deve chiudere il conto corrente”, vi spillano fino all’ultimo centesimo altrimenti