Scoperto nuovo oceano (pexels.com) - ilcorrierino.com
Scoperto nuovo oceano (pexels.com) – ilcorrierino.com

Una nuova scoperta pone le basi per ulteriori ricerche: il nuovo passo avanti della scienza si traduce in un oceano sotterraneo.

Grazie alle nuove tecnologie, la scienza è in grado di fare passi da gigante nell’esplorazione dello spazio, ma anche dell’interno nel nostro Pianeta, che ancora presenta diversi misteri.

A intraprendere la ricerca che ha portato a questa scoperta pazzesca è stato un team di scienziati.

Questi ultimi sono guidati dal geofisico della Northwestern University Steve Jacobsen.

Lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Science, e riportati sulla testata elconfidencial.com. Nell’articolo è illustrata la ricerca, i risultati, e soprattutto il loro valore per future scoperte.

Riserva di acqua in un luogo impensabile: non serve un “Viaggio al centro della Terra” per averne prova

La scoperta realizzata ricorda il viaggio intrapreso dai protagonisti del classico di Jules Verne, “Viaggio al centro della Terra”: anche in quel caso la scoperta avveniva indagando la parte sottostante alla crosta terrestre. Ovviamente, nel mondo reale, è ancora impensabile pensare di andare fisicamente verso il centro della Terra, infatti lo studio si è concentrato sull’analisi di un particolare minerale.

Il minerale in questione si chiama ringwoodite, e la sua formazione dipende dalla forte pressione che si realizza nella zona di transizione del mantello terrestre. La particolare struttura del minerale, di tipo cristallino, permette di trattenere l’acqua sotto forma di ioni idrossilici. Una volta indagato questo aspetto, gli scienziati sono stati in grado di stimare la quantità d’acqua presente all’interno del pianeta: sarebbe una quantità pari a tre volte tanto rispetto a quella di tutti gli oceani in superficie. Questo pone le basi per altre ipotesi riguardanti la stessa formazione della Terra.

La potenza dell'acqua (pexels.com) - ilcorrierino.com
La potenza dell’acqua (pexels.com) – ilcorrierino.com

La scoperta dell'”oceano” sottoterra porta a nuove ipotesi di formazione

L’acqua intrappolata nella ringwoodite sarebbe presente, secondo la scienza, sin dall’inizio dei tempi, assorbita dal minerale che funziona come una sorta di spugna. Questa rivelazione apre una serie di scenari possibili per quanto riguarda la formazione del nostro Pianeta. Nello specifico, a questo punto si può ipotizzare che l’acqua che ricopre il nostro pianeta non sia il risultato solamente della caduta di comete o asteroidi ricchi di ghiaccio.

Si può iniziare a pensare, infatti, che gli oceani presenti sulla Terra siano stati anche il risultato del rilascio graduale di questa enorme quantità d’acqua contenuta dalla stessa ringwoodite a ben 660 chilometri di profondità. Questo rilascio sarebbe avvenuto nel corso di milioni di anni. Parte dei nostri Oceani, dunque, sarebbero formati anche da acqua proveniente dal “centro” della Terra.