I ricercatori hanno fatto una scoperta sconvolgente su una bevanda molto diffusa: il batterio è sempre presente
L’alimentazione sana ed equilibrata è un aspetto essenziale che coinvolge non solo l’estetica ed il corpo, ma anche il corretto funzionamento dell’apparato digestivo.
Ogni specialista nel campo della nutrizione sottolinea l’importanza di variare con gli alimenti per apportare più proprietà nutrienti, ma anche per regolare il microbiota intestinale.
Spesso, però, capita di consumare abitualmente degli alimenti che possono provocare anche gravi problemi intestinali.
Alcune sostanze, come ad esempio gli zuccheri eccessivi, consentono la proliferazione di batteri nell’intestino che provocano infiammazioni e vari disturbi.
Come accade per qualunque circostanza, abusare del consumo di un alimento può provocare gravi e fastidiosi disturbi intestinali. L’assunzione sproporzionata di alcune sostanze può portare ad una maggiore proliferazione di batteri rispetto a chi ne consuma in quantità moderate.
Secondo una ricerca condotta dai biologi del Dipartimento di Biologia Cellulare, Computazionale e Integrata – Cibio dell’Università di Trento, esiste una correlazione tra il consumo eccessivo di una bevanda molto popolare e lo sviluppo di un batterio intestinale.
Gli scienziati del Dipartimento di Trento, coordinati dal professor Paolo Manghi del Cibio, hanno analizzato i dati del microbiota intestinale di circa 23 mila persone residenti nel Regno Unito e negli Stati Uniti e di 54 mila persone provenienti da ogni parte del mondo. La ricerca aveva lo scopo di dimostrare che il consumo eccessivo del caffè comporta una concentrazione dalle sei alle otto volte superiore del Lawsonibacter asaccharolyticus. Il caffè è una delle bevande più diffuse al mondo, ma se assunto in dosi eccessive può modificare il microbiota intestinale.
In luoghi come la Cina in cui il consumo del caffè è quasi nullo, questo batterio è assente. Al contrario, in paesi come il Lussemburgo o la Danimarca in cui questa bevanda è molto popolare, la proliferazione del batterio è superiore di circa otto volte. Non si tratta di un batterio che influenza la salute fisica delle persone e non provoca alcun tipo di patogenicità. “Non sembra svolgere un ruolo particolarmente importante. Abbiamo visto che se beviamo caffè, stimoliamo molto fortemente la presenza e l’abbondanza di questo batterio, altrimenti no“, sono le parole del Professor Manghi riportate dal sito web “fanpage.it“. Tuttavia, altri batteri potrebbero avere un impatto più significativo sulle persone ed è bene non esagerare nel consumo degli alimenti e condurre un’alimentazione variegata.